Regia: Michele Soavi
Origine: Italia
Anno: 2006
Durata: 105'
Attori Principali: Alessio Boni, Michele Placido, Isabella Ferrari
Era il 2006 l'anno in cui "Arrivederci amore, Ciao" vide luce nelle sale cinematografiche italiane. Michele Soavi ben dodici anni dopo la sua ultima fatica cinematografica riesce a tornare sui grandi schermi, un allontanamento non propriamente voluto, dopo gli ultimi incassi medio-bassi del film "Dellamorte dellamore" le difficoltà nel trovare un produttore divennero maggiori e questi ripiegò la sua arte al servizio televisivo iniziando a dirigere diverse film e telefilm tv, delle volte con risultati apprezzabili (come il notevole "Uno Bianca"), altre volte solo come mestierante, dopo questa lunga parentesi il regista milanese ritorna al cinema e ritrova un'indipendenza artistica che la tv non gli poteva dare, quindi dopo anni di gestazione riesce a partorire un film discostandosi dall' horror che lo aveva reso celebre tra gli amanti del genere decide di approdare al noir trasponendo l'omonimo romanzo di Massimo Carlotto.
La trama è abbastanza fedele a quella cartacea: Giorgio Pellegrini (Alessio Boni), ex-terrorista rosso, a causa di una pena da scontare in Italia è rifugiato in sud america in un esercito di rivoluzionari, riesce a tornare in Italia e grazie a delle scorrettezze a evitare la galera, nonostante ciò sin da subito è oggetto di ricatti da parte del capo della Digos Ferruccio Anedda (un Michele Placido in grande spolvero) che lo lascia in libertà con l'aperta intenzione di poterlo sfruttare non appena l'occasione lo richiede. Non intenzionato a tenere un tenore di vita mediocre, il protagonista si dedica ad attività oltre il limite della legalità e nonostante ad un certo punto, raggiunta la stabilità economica provi a iniziare una vita onesta il passato tornerà a tormentarlo.
Soavi dirige un noir spietato, cupo, teso e violento, ci scaraventa in un mondo dove nulla si salva e tutto sembra irrimediabilmente marcio: dalla società, alle istituzioni non si risparmia nessuno e per tutto il film non sembra esserci uno spiragio di luce, il protagonista stesso non è presentato con toni simptici o esaltanti per il quale possa nascere empatia, Boni è un bastardo, una carogna, un vigliacco, un approfittatore e sono queste le ragioni per cui riesce a farsi strada in un contesto sociale dove ognuno dietro una maschera nasconde la propria meschinità.
Il regista milanese non risparmia e non si risparmia, con la macchina da presa da sfoggia di un'ottima tecnica e non mancano i momenti notevoli anche grazie al supporto di una colonna sonora degna di tale nome.
Tirando le somme il risultato è un ottimo film che ovviamente in Italia ai tempi non riuscì a coprire neanche i costi di produzione e mentre da noi nessuno gli dava il giusto spazio in Francia la rivista Mad Movies gli dedicava ben sei pagine definendolo (pur con qualche esagerazione) il miglior noir degli ultimi 20 anni.
Dal canto mio io qualche imperfezione nella recitazione di Boni l'ho trovata, così come la fotografia appare troppo televisiva e certo con qualche soldo in più di budget si sarebbero potuti curare meglio alcuni particolari, fatta questa critica resta il grande rammarico che un film di tale caratura in Italia è passato praticamente inosservato e Soavi ancora una volta sia tornato a girare fiction televisive senza mai avere la giusta considerazione delle sue abilità.
Certo ora è tardi per rimediare mase avete un paio d'ore di tempo spendetele per questo film, lo merita e ve lo meritate.
Axel Spinelli
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