Regia: Steve McQueen
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 134'
Attori Principali: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch
Per fortuna, pochi di noi hanno visto un uomo piangere sul serio. Avete mai visto un uomo piangere in un modo che è difficile definire "piangere"? Consigliare la visione di questo film è difficile. Le torture fisiche e morali sono qualcosa di già visto forse, ma in questo modo mai. McQueen analizza in modo dettagliato il rapporto servo-uomo libero. Certosino e naturale come un quadro. Come una natura morta o una veduta. McQueen attraverso i ritratti di questi "uomini liberi" ricostruisce gli anni di un uomo che va svuotandosi nel tempo realizzando il sogno di ogni padrone di possedere un automa.
I bianchi non sono solo padroni che puntano a massimizzare gli introiti sfruttando la manodopera. Non si tratta neanche di superiorità razziale o di rapporto uomo-animale (visto quanto sullo sfondo rimangono le argomentazioni a proposito). I bianchi riversano sugli schiavi tutta la rabbia per i propri fallimenti. I neri sono cavie per gli esperimenti di isteria coniugale. I padroni sono patetici perché lo schiavismo è tutto quello che hanno.
McQueen sembra aver girato la trilogia della sofferenza. Se la scommessa per quest'episodio era "il tema universalmente condiviso" la prossima potrebbe essere quella della commedia o del thriller. Difficile trovare un regista al giorno d'oggi che riesca a calibrare bene ogni elemento. Dotato di un senso estetico e umano rarissimo. Come quando nelle fasi iniziali mischia musica e suoni diegetici come un dj. Mettendo a tempo preghiere e frustrate, sberleffi e falciate. Metafora di un mondo che ha un tempo tutto suo. E che Solomon farà bene ad accettare per sopravvivere.
Giuseppe Bonafede
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