Regia: Kim Ki-duk
Origine: Corea del Sud
Anno: 2013
Durata: 90'
Attori Principali: Cho Jae-hyun, Seo Young-ju, Lee Eun-woo
Moebius di Kim Ki Duk non si può considerare un bel film, no per nulla, non si può considerare nemmeno un film da consigliare o da visionare con amici e partner, questo perchè il film è violento, spinto, estremo, senza darsi un limite, talmente spinto che diventa grottesco fino a toccare punte di ridicolo (la scena del pene sotto il camion mi rimarrà nella testa per anni).
La pellicola usa solo le immagini per comunicare, infatti non c'è neanche un dialogo né un accenno di musica, tutto il film è solo carne.
Ricordati, gli stiamo facendo un favore. |
Carne che gode, carne subdola, carne che soffre, carne che piange, carne che sanguina fino a diventare carne infetta, portando l'ultima follia a trasformarsi in spirito o almeno è quello che i personaggi e il pubblico vorrebbero.
Questo ultimo parto del regista coreano è il suo personalissimo Kali Yuga, piena di conflitti e fallocentrica, probabilmente da qui non ci sarà ritorno e non ci sarà soluzione ma solo autoflagellazione, perchè il dolore e il piacere saranno il filo conduttore di tutto.
Il film è un dramma composto da un triangolo fortissimo, vi sfido comunque a leggere la trama su wikipedia senza ridere, ridotta a due righe questa storia sembra creata dalla mente di Lloyd Kaufman (il capo della Troma).
"Lui ha un'amante. Il figlio vede il padre con l'amante. La moglie decide di evirare il marito, ma non riuscendoci, evira il figlio che si masturbava pensando all'atto sessuale consumato dal padre. Padre e figlio cercano un modo per provare piacere senza pene. Lo trovano procurandosi un forte dolore. Il figlio si innamora dell'amante del padre, partecipa ad uno stupro ai danni di lei e poi prova piacere facendosi da lei accoltellare.
Quando finalmente il figlio si fa trapiantare il pene del padre [...] scopre che riesce ad avere una erezione solo con la madre."
Qui Jackie Chan direbbe "my brain is full of fuck", ed è quello che ci si ripete durante tutta la visione.
Ho passato 1 ora e mezza così. |
Descritta così probabilmente la pellicola potrà sembrare uno scempio immerso tra sindrome di Edipo, cazzi e Freud ed in parte lo è veramente, però non ho mai sofferto fisicamente (in senso positivo) così tanto durante la visione di un film.
Intriso di ottimi spunti, belle metafore e quell'accenno di spiritualismo che mi manda in solluchero, va visto solo se amanti dell'estremo e si sa a cosa si va in contro.
Noi della Lega Corea Sud ce l'abbiamo duro. |
Endrio Manicone