ONLY LOVERS LEFT ALIVE [DOPPIA RECENSIONE] ~ Ladri Di VHS

giovedì 20 marzo 2014

ONLY LOVERS LEFT ALIVE [DOPPIA RECENSIONE]

 

Regia: Jim Jarmusch
Origine: Regno Unito, Italia
Anno: 2013
Durata: 123'
Attori Protagonisti: Tom Hiddleston, Tilda Swinton, John Hurt, Mia Masikowska


Un film di Jim Jarmusch lo guardo sempre con buone aspettative apprezzando molto il suo modo di fare cinema e di raccontare storie, soprattutto tramite dialoghi arguti, efficaci e divertenti. In questo suo nuovo lavoro racconta la storia un amore multisecolare tra un vampiro depresso più di un emo con manie suicide, interpretato da Tom Hiddleston, e l'androgena Tilda Swinton. Vita molto dura quella dei succhia sangue al tempi nostri a causa di noi poveri umani che non sappiamo più conservarci pulito nemmeno il sangue constringendoli a pagare grosse somme di danaro per procurarsi plasma sintetico. L'arrivo della sorella della vampira, la bella Mia Wasikowska, spariglia le carte in tavola e tutto si rimette in gioco.




La pellicola è tecnicamente perfetta, Jarmusch su questo è inattaccabile. L'uso della cinepresa e dei colori è magistrale ma quello che non va proprio è la banalità della storia non compensata nemmeno dall'arguzia dei dialoghi. Battute scontate che non fanno decollare la trama e anche l'arrivo della Wasikowska, il punto di svolta della narrazione, risulta prevedibile in ogni sua mossa. Il tutto aggravato da un distacco e una freddezza che non premette di entrare davvero nel racconto ma ci lascia spettatori freddi in attesa degli eventi. Le prove dei protagonisti sono mortificate da una sceneggiatura povera che non permette loro di esprimersi al meglio. L'unica cosa che, a parer mio, avrebbe potuto salvare il film sarebbe stato l'arrivo di Buffy l'ammazza vampiri. Peccato fosse impegnata.


Pablo Lombardi




L'unica funzione di questo film è fare uno spottone di Tom Hiddleston, candidandolo a Pattinson di quelli che ascoltano Le luci della centrale elettrica. Only Lovers Left Alive soffre della sconcertante superficialità nello scegliere storie e nello svoltarle di Jarmusch. Ad ogni scena si sa esattamente quale sarà la prossima, e nonostante si voglia far credere che questo sia un film che rappresenta altri vapiri, cade nel solito tranello di raccontare solo le abitudini alimentari dei vampiri. Davvero la trama è solo questo. Riconferma inoltre l'eterno cliché della rockstar buia, robertsmithiana, maledetta e in crisi creativa. Ma anche questo aspetto, chiuso in casa e fuori dal mondo non è che abbia molto senso. Gli attori non recitano, ma si limitano a stare davanti alla camera e a dire le battute manco si trattasse di una recita scolastica.





Unica nota positiva è il commento musicale, le composizioni originali interpretano bene questo post-modernismo forzato, mischiando strumenti antichi e muri di chitarre elettriche piene di feedback.







Giuseppe Bonafede

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