TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL'AZZURRO MARE D'AGOSTO ~ Ladri Di VHS

mercoledì 16 luglio 2014

TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL'AZZURRO MARE D'AGOSTO


Regia: Lina Wertmüller 
Origine: Italia
Anno: 1974
Durata: 125'
Attori protagonisti: Giancarlo Giannini, Mariangela Melato

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto narra di un povero marinaio ignorante, comunista e insofferente verso i vizi della sua “padrona”, la ricca industriale Raffaella Pavone Lanzetti. L'industriale rappresenta tutto ciò che il marinaio odia e il naufragio che li vede coinvolti darà vita al suo personale tentativo di rivendicazione sociale.


Travolti da un insolito destino... è uno dei rari casi in cui al pubblico italiano viene proposta una lettura esotica del paesaggio italiano. Non ci sono strani animali o piante sconosciute ovviamente, ma è il repentino cambio di registro che ci fa vivere le coste della Sardegna come un mondo lontano, perduto e (ormai) disabitato. Mondo che è simbolo della regressione a uomo delle caverne del marinaio Gennarino e perfetta ambientazione mentale del nuovo status della coppia. In questo mondo si piomba come in un sogno, dopo il dormiveglia rappresentato dalla giornata passata sul gommone, in cui entrambi stanno ancora con un piede fuori e l'altro dentro alle proprie classi sociali.


Il film grazie sopratutto alle musiche di Piccioni è sempre in bilico tra la commedia di costume e quella sexy. Dall'erotismo, a tratti “speculativo”, al dramma alla Casablanca. Anche se è evidente quasi subito che siamo davanti a uno dei così detti film “impegnati”; agli occhi di un saputello vaccinato e viziato come me, la vicenda appare come una lezioncina. Mai nel film si resta ancorati alla realtà delle circostanze, ogni evento è una sineddoche della società moderna, del rapporto povero/ricco, operaio/padrone, uomo/donna.
 


A volte tra un insulto e l'altro del siciliano sembra di sentire la bellissima voce della Wertmüller urlare “E adesso ve la faccio vedere io!”. Non è la mia generazione ad aver risolto tali questioni, è solo che la lezione della regista non riesce più a graffiare le nostre convinzioni come Pasolini o Ferreri. O forse semplicemente stiamo parlando di una storia invecchiata male.



È l'erotismo il punto forte della pellicola. È incredibile come il rapporto sessuale limitato allo strusciarsi riesca a frustrare anche lo spettatore. È da questo punto di vista che la storia riesce ancora a parlarci. Facendo nascere un nuovo personaggio chiamato “appagamento sessuale” che anch'esso sembra vivere in una primitiva e totalmente naturale isola della nostra mente. Isola per che fortuna resterà sempre svincolata da logiche classiste.


 
Isaia Panduri

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