marzo 2014 ~ Ladri Di VHS

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69° Festival de Cannes

A Cannes dall'11 al 22 Maggio 2016.

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A Venezia dal 31 Agosto al 10 Settembre 2016

giovedì 20 marzo 2014

ONLY LOVERS LEFT ALIVE [DOPPIA RECENSIONE]

 

Regia: Jim Jarmusch
Origine: Regno Unito, Italia
Anno: 2013
Durata: 123'
Attori Protagonisti: Tom Hiddleston, Tilda Swinton, John Hurt, Mia Masikowska


Un film di Jim Jarmusch lo guardo sempre con buone aspettative apprezzando molto il suo modo di fare cinema e di raccontare storie, soprattutto tramite dialoghi arguti, efficaci e divertenti. In questo suo nuovo lavoro racconta la storia un amore multisecolare tra un vampiro depresso più di un emo con manie suicide, interpretato da Tom Hiddleston, e l'androgena Tilda Swinton. Vita molto dura quella dei succhia sangue al tempi nostri a causa di noi poveri umani che non sappiamo più conservarci pulito nemmeno il sangue constringendoli a pagare grosse somme di danaro per procurarsi plasma sintetico. L'arrivo della sorella della vampira, la bella Mia Wasikowska, spariglia le carte in tavola e tutto si rimette in gioco.




La pellicola è tecnicamente perfetta, Jarmusch su questo è inattaccabile. L'uso della cinepresa e dei colori è magistrale ma quello che non va proprio è la banalità della storia non compensata nemmeno dall'arguzia dei dialoghi. Battute scontate che non fanno decollare la trama e anche l'arrivo della Wasikowska, il punto di svolta della narrazione, risulta prevedibile in ogni sua mossa. Il tutto aggravato da un distacco e una freddezza che non premette di entrare davvero nel racconto ma ci lascia spettatori freddi in attesa degli eventi. Le prove dei protagonisti sono mortificate da una sceneggiatura povera che non permette loro di esprimersi al meglio. L'unica cosa che, a parer mio, avrebbe potuto salvare il film sarebbe stato l'arrivo di Buffy l'ammazza vampiri. Peccato fosse impegnata.


Pablo Lombardi




L'unica funzione di questo film è fare uno spottone di Tom Hiddleston, candidandolo a Pattinson di quelli che ascoltano Le luci della centrale elettrica. Only Lovers Left Alive soffre della sconcertante superficialità nello scegliere storie e nello svoltarle di Jarmusch. Ad ogni scena si sa esattamente quale sarà la prossima, e nonostante si voglia far credere che questo sia un film che rappresenta altri vapiri, cade nel solito tranello di raccontare solo le abitudini alimentari dei vampiri. Davvero la trama è solo questo. Riconferma inoltre l'eterno cliché della rockstar buia, robertsmithiana, maledetta e in crisi creativa. Ma anche questo aspetto, chiuso in casa e fuori dal mondo non è che abbia molto senso. Gli attori non recitano, ma si limitano a stare davanti alla camera e a dire le battute manco si trattasse di una recita scolastica.





Unica nota positiva è il commento musicale, le composizioni originali interpretano bene questo post-modernismo forzato, mischiando strumenti antichi e muri di chitarre elettriche piene di feedback.







Giuseppe Bonafede

martedì 18 marzo 2014

TERRAFERMA



Regia: Emanuele Crialese
Origine: Italia
Anno: 2011
Durata: 88'
Attori Protagonisti: Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello



Quello di Emanuele Crialese non è uno dei nomi più noti del panorama cinematografico italico, eppure, nonostante il suo curriculum non conti molti titoli a suo nome, le opere da lui girate si son differenziate nel cinema italiano odierno, sia per qualità tecniche, sia per un'impronta autoriale e poetica ben riconoscibile. Il suo esordio ufficiale in un lungometraggio avviene nel '97 con il misconosciuto "Once we were strangers", ma il successo arriverà solo col successivo "Respiro" (2002) che grazie alla vittoria al festival di Cannes acquisì una certa notorietà e creò interesse verso questo regista ancora in cerca di affermazione, ed è col successivo "Nuovomondo" (2006) che Crialese dà prova della sua maturità artistica, raccontando il viaggio di una famiglia di migranti siciliani che sognano di raggiungere l'America, una storia apparentemente priva di spunti originali che l'autore romano riesce a inquadrare nel suo universo onirico donandogli una forza visiva e concettuale davvero unica, regalando allo spettatore un film di rara bellezza.




Crialese dopo un periodo di silenzio durato ben cinque anni torna sul grande schermo con una nuova opera che ancora una volta mostra i tratti distintivi del suo cinema: la storia così come fu per "Respiro" si svolge nell'arcipelago delle Isole Pelagie e racconta di una famiglia alle prese con la crisi della pesca di mare, divisa tra chi vede un futuro lavorando nel settore turistico e chi invece vuole rimanere ancorato alle proprie tradizioni. Ma un fenomeno più grande e inarrestabile si abbatte continuamente sull'isola fino a coinvolgerne tutti i suoi abitanti, quello dell'immigrazione di massa che spinge dall'Africa un fiume umano che sogna una nuova vita dentro i confini europei, un dramma che involontariamente interessa tutta un'isola e il suo popolo, toccando in maniera particolare la famiglia protagonsita.




Come anticipato Crialese ritorna nell'universo isolano che già in "Respiro" lo aveva ospitato e per l'ennesima volta decide di girare il film prevalentemente in lingua siciliana e riutilizzando come protagonista un ottimo Filippo Pucillo che gia aveva preso parte ai suoi due precedenti film. Anche il tema dell'immigrazione non è nuovo al nostro regista ma mentre in "Nuovomondo" l'argomento era visto dal punto di vista dello spirito del migratore, in "Terraferma" propone il punto di vista di un'isola del Mediterraneo che si trova a fare da tramite tra il continente africano e il "nuovomondo" Europeo, con tutte le responsabilità e i disagi a cui questa terra viene sottoposta.




La potenza delle immagini, da sempre punto di forza del cinema di Crialese si presta a servizio di un racconto reale nonostante l'isola sembri ancora una volta un "non-luogo" che il regista dipinge con tratti onirici, ci si immerge in una mondo quanto mai reale che vede contrapposte le regole del mare alle leggi di stato in un gioco di forza che determina  la vita di troppe persone. Senza raggiungere i livelli del precedente film questo "Terraferma" riesce ad emozionare dando un punto di vista inedito su un tema cruciale dei nostri giorni, senza eccedere nella facile retorica e mostrando a nervo scoperto una realtà amara, confermando così Crialese come uno degli autori più interessanti (e sottovalutati) del panorama nazionale.



Axel Spinelli



mercoledì 12 marzo 2014

PROSSIMA FERMATA: FRUITVALE STATION



Regia: Ryan Coogler
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 85'
Attori Protagonisti: Michael B. Jordan, Melonie Diaz, Kevin Durand, Chad Michael Murray


Il film del regista esordiente Ryan Coogler, che ha fatto incetta di premi al Sundance Film Festival, parla dell'omicidio del colored Oscar da parte della polizia sulla banchina di Fruitvale Station avvenuto a capodanno del 2009 . Nella pellicola si raccontano le ultime 24 ore della sua vita cercando di farci conoscere il protagonista.


L'argomento scelto dal regista è sicuramente di denuncia sociale di una situazione che in america resta drammatica e per i neri è davvero sentita ma, a mio parere, si schiera apertamente dalla parte di Oscar accentuandone i pregi e facendo solo intravedere i difetti. Mi sarei aspettato sicuramente un'analisi più obbiettiva del protagonista, che sembra redimersi proprio il giorno della sua morte.



Proprio in questo ambito ho trovato inutile la scena in cui Oscar, capendo di doversi rimettere in riga, butta via tutta la droga che avrebbe dovuto spacciare a poche ore proprio a poche ore dalla sua morte. Lo scopo del film era far vedere la situazione che vivono i neri in America, non era necessario fare del protagonista un semi-eroe.



Il tipo di regia da molto spazio agli attori che si rivelano davvero in palla, soprattutto Michael B. Jordan e rende il film molto scorrevole.



Il film è ben fatto e dal punto di vista tecnico ma resta l'amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere un ottimo film e che invece resta una buona incompiuta. La speranza è che sia solo un errore di gioventù.





Pablo Lombardi


lunedì 10 marzo 2014

NON DICO ALTRO (ENOUGH SAID)



Regia: Nicole Holofcener
Origine: Stati Uniti
Anno: 2013
Durata: 93'
Attori Protagonisti: Julia Louis-Dreyfus, James Gandolfini

 
La trama di questo film è la stessa a quella di tantissimi altri film. Una donna e un uomo di mezza età si incontrano a una festa, entrambi separati cercano di far funzionare una storia d'amore. Con lo sguardo che ogni tanto va indietro alle storie passate e ai figli. Albert ed Eva però non devono fare i conti con un passato burrascoso o con figli che non accettano la nuova reazione. L'atmosfera è così ovattata e suggerisce che il dramma stia da qualche altra parte.




Quando sei innamorato di qualcuno tutto contribuisce a rendere quella persona speciale, anche i difetti. E se quei difetti li scoprissimo per bocca di altri? Qualcuno che magari li odia o che sia stanco di trovarseli davanti? Magari una ex (o una nostra versione nel futuro)? Un quesito del genere sposta la storia in un piano cerebrale. I giochi in Enough Said si fanno col cervello. Siamo quasi in una spigolosa storia alla Polanski o Haneke. Storie in cui è il dubbio a fare da protagonista. Non c'è tradimento, non si scopre chissà che oscuro passato. Eva ha solo il dilaniante presentimento che la scoperta di Albert sia già finita. Che quell'omone non è nient'altro che la somma delle sue imperfezioni. 




Il film potrebbe veramente volare in alto e si ha quasi la voglia di cambiare colonna sonora per provare a dare una luce diversa a questa vicenda. L'atmosfera da commedia romantica, la trama lineare e i troppo semplicistici nodi della vicenda mortificano le elucubrazioni di Eva e la performance della Louis-Dreyfus. Che con la sua faccia da culo interpreta la classica donna che crede di saperla lunga, che procrastina la resa dei conti e che magari pretende d'esser capita. 




P.S.
Gandolfini e la Louis-Dreyfus sono due colonne della storia televisiva americana.  Albert in Enough Said lavora in un archivio di materiale televisivo e conosce a memoria ogni palinsesto. Per uno scherzo del destino sembra prendersi cura dall'aldilà dei nostri sogni da piccolo schermo.



Giuseppe Bonafede

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